L’Abito, di Frida la Loka

Poesia, (ITA-ESP)

Una camelia sanguina in silenzio,
Le cicatrici, petali che brillano nel buio.

Ogni goccia è bellezza che geme, equilibrio che trema,
amore che sa di assenza e pelle calda.

C'è un ricordo inciso come un morso lieve,
sulla curva invisibile di un sogno sfuggito.

Un amore non vissuto, eppure capace
di ferire là dove la carne si fa memoria.

Un papavero si apre al vento
Con l’ardore esitante di una parola che si spoglia tra i capelli.

Si piega come un corpo sorpreso dal desiderio,
si spezza nell’istante prima di essere scelto,
si dissolve tra le vene della terra,
dove il piacere è solo attesa.

I glicini assorbono il tuo profumo,
come labbra che se sentono tremanti e osando si sfiorano.

La ramaglia si solleva ondeggiando verso un cielo infinito,
mentre le radici affondano nel grembo di un vuoto febbrile.

Promesse che svaniscono
— prima di chiamarsi mattino.

E io, spettatrice delle ombre vive,
indosso l’attesa come un abito cucito sul cuore.

Un tessuto trasparente di dolore e passione,
che avvolge i germogli,
le carezze mai compiute della terra che geme in silenzio,
trattenendo il respiro di un palpito abortito.

Là dove gli altri passano, ciechi,
lasciando dietro sé il Tesoro ignorato

—un giardino che brucia sotto la pelle,
in attesa di essere colto, senza pietà.

El Vestido, poema.

Una camelia sangra en silencio,
las cicatrices, pétalos que brillan en la oscuridad.

Cada gota es belleza que gime, equilibrio que tiembla,
amor que sabe a ausencia y piel caliente.

Hay un recuerdo grabado como una leve mordida,
en la curva invisible de un sueño escapado.

Un amor no vivido, y, aun así, capaz
de herir allí donde la carne se vuelve memoria.

Una amapola se abre al viento
con el ardor vacilante de una palabra que se desnuda entre los cabellos.

Se inclina como un cuerpo sorprendido por el deseo,
se quiebra en el instante antes de ser elegido,
se disuelve entre las venas de la tierra,
donde el placer es solo espera.

Las glicinas absorben tu perfume,
como labios que se sienten temblar y se rozan, atreviéndose.

La maleza se eleva ondeando hacia un cielo infinito,
mientras las raíces se hunden en el vientre de un vacío febril.

Promesas que se desvanecen
—antes de llamarse mañana.

Y yo, espectadora de las sombras vivas,
visto la espera como un vestido cosido al corazón.

Un tejido transparente de dolor y pasión,
que envuelve los brotes,
las caricias jamás cumplidas de la tierra que gime en silencio,
conteniendo el aliento de un latido abortado.

Allí donde otros pasan, ciegos,
dejando tras de sí el Tesoro ignorado

—un jardín que arde bajo la piel,
esperando ser recogido, sin piedad.

Tua

4 agosto, 2025.

22 pensieri su “L’Abito, di Frida la Loka

  1. È una poesia carica, colma di metafore che graffiano l’anima e la scuotono. L’ho riletta più volte perché per sentire tutte le emozioni che bruci nei tuoi versi una sola lettura non basta, non sfama. Complimenti. Forse una delle più belle tue. E quei giardini in fiamme sotto pelle te li ruberò prima o poi 😉

    Grazie, RiV

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