Lombardia
PUNTO E VIRGOLA

Quando si fa il nome di Pablo Neruda, lo si associa subito a un personaggio pubblicamente riconosciuto molto attivo nel campo politico, al contempo nel campo delle lettere, Premio Nobel per la letteratura nel ’71.
Spesso si parla della sua magnifica lirica e ben poco della sua vita personale.
Oggi lo faremo; d’una vicenda, una di tante in particolare, questa.
Ci farà riflettere s’un Neruda uomo, uno come tanti altri, e Neruda poeta, politico, uomo esitoso e brillante.
“Mi chiamo Malva. Il nome è stata un’idea di mio padre, il grande poeta Pablo Neruda. Ma non l’ha mai pronunciato in pubblico”.
Inizia così il romanzo Malva della scrittrice e storica olandese Hagar Peeter, oltre ad essere poetessa pluripremiata, è anche una storica. Per un decennio ha seguito le tracce della figlia di Neruda.
Ha trasformato l’indagine nel suo primo romanzo, un monologo con la voce di Malva nel ruolo di piccola inquisitrice:
"Perché tu, poeta degli oppressi, paladino della giustizia, mi hai espulso dalla tua vita? Perché sono fragile? Perché affetta di idrocefalia? Papà, perché mi hai abbandonata?". Neruda nelle sue memorie Confesso che ho vissuto, pubblicate postume nel 1974, non fa alcuna menzione dell’esistenza di una figlia sofferente. Un segreto custodito da ben 70 anni.
Nel tribunale immaginario del romanzo lei è parte e giudice. Con una prosa cristallina chiede giustizia usando un’arma identica a quella paterna, la poesia. La sua giuria popolare sono i lettori.
Così ci ricorda che i genitori, Maryka Antonieta Hagenaar, di origine olandese, e Pablo Neruda si erano sposati nel cuore dell’Indonesia, sull’isola di Giava, dove il poeta era console onorario nel 1930. Evoca la sua nascita a Madrid, nella cosiddetta “Casa de las Flores”, piena di gerani e luce, il 18 agosto 1934.
Ma per il poeta cileno la nascita di una figlia malata e deforme (secondo la sua stessa descrizione) era fuori da ogni suo calcolo.
[...]In questo tribunale letterario ci sono altre aggravanti:
Negli archivi olandesi ho trovato poi anche tracce ben più drammatiche: la tessera di detenzione di Marika nel campo di transito nazista di Westerbork (lo stesso di Anna Frank), paradossalmente detenuta per essere sposata con uno straniero. Neruda era un diplomatico ma aveva proibito ai collaboratori di dare a sua moglie un passaporto cileno per fuggire dall’Olanda occupata dai nazisti durante la seconda guerra mondiale, dopo la morte della bambina" dice Hagar Peeters.
Nel giugno 1934, Neruda pubblica "Residencia en la tierra" e incontra l'argentina Delia del Carril, affiliata al Partito Comunista Francese, la famosa Formichina. Delia ha 20 anni più di lui e la storia d'amore sarà istantanea. Nell'agosto del 1934 (Maruca, com'era chiamata da Neruda), la moglie, partorì Malva.
Con un flash, rievoca i bombardamenti della guerra civile spagnola del 1936. Suo padre che la accompagna ad imbarcarsi insieme alla madre su un treno diretto a L’Aia. Sarà l’ultima volta che lo vede.
Neruda scrive all’amante del momento, di essersi liberato di un peso.
Riconosce che suo padre era un idolo della sinistra internazionale, perseguitato dalla destra che — tra le altre accuse — avrebbe voluto processarlo per bigamia. In Messico sposò in seconde nozze Delia del Carril, senza aver divorziato né informato sua madre, Maryka Antonieta.
Un mese dopo la sua nascita, Neruda scrive all'amica argentina Sara Tornú(con la quale ha anche avuto dei rapporti sentimentali): "Mia figlia, o come la chiamo io, è un essere assolutamente ridicolo, una specie di punto e virgola, una vampiretta di tre chili". L'8 novembre si separò da Maryka e quel giorno abbandonò Malva.
Fugge con La Hormiguita a Parigi e inizia il segreto dell'abbandono di Malva, coperto per anni con la complicità della confraternita letteraria latinoamericana e del Partito comunista cileno, che ha anche nascosto abusi e maltrattamenti di decine di donne. Tutto è per Pablo Neruda.
Tuttavia, Malva è orgogliosa del padre: ha 5 anni, sente e capisce ma non può parlare. Nel suo corpo esile, cresce solo la testa. Guarda il mondo da una carrozzina in legno. È il 1939, anno della grande impresa umanitaria guidata da Pablo Neruda che riuscì a salvare 2 mila spagnoli antifranchisti rifugiati in Francia. Tra loro 250 bambini, alcuni della stessa età di Malva. Mobilitò donazioni in tutta Europa per noleggiare e riparare una nave, la Winnipeg, dove li imbarcò perché potessero iniziare una nuova vita in Cile. Due piccole mani applaudono l’eroismo di questo padre che incarna l’avanguardia poetica e politica. Ma perché a me non hai dato una seconda possibilità?
Maryka si avvicina a una chiesa a L'Aia, dove trova un asilo nido per Malva. Lì sarà assistita dalla coppia di sposi Hendrik Julsing e Gerdina Sierks. Neruda non risponderà mai alle suppliche della moglie abbandonata, di mandargli 100 dollari al mese.
Attorno a Malva ci sono altri bambini, compagni di gioco e sofferenza. Si diverte con altri figli abbandonati da personaggi celebri, impegnati a migliorare l’umanità. Come Lucia, la figlia schizofrenica dello scrittore irlandese James Joyce. O Daniel, secondogenito del drammaturgo Arthur Miller, affetto da sindrome di Down. L’autore di Uno sguardo dal ponte ed Erano tutti miei figli si era battuto contro la guerra del Vietnam definendosi “la coscienza dell’America”. Lui, uno dei mariti della divina Marilyn Monroe, quando con la grande fotografa e prima photoreporter dell’agenzia Magnum Inge Morath ebbe un figlio imperfetto, lo nascose per 40 anni. Malva menziona anche Edward, primogenito del Nobel per la fisica Albert Einstein: ricoverato e dimenticato in una clinica psichiatrica di Zurigo fino all’ultimo dei suoi giorni.
Maryka vive in pensioni e lavora su quello che trova per mantenere Malva, prega Neruda di mandarle dei soldi per darle da mangiare: «Spenderò fino all'ultimo centesimo per spedire questa lettera».
La figlia del premio Nobel per la letteratura morì all'età di 8 anni il 2 marzo 1943 a Gouda.
Neruda, che incarna l'avanguardia poetica, l'intellettuale militante calamita per il socialismo in Sud America, negò loro anche il salvacondotto per lo scambio di cittadini che li avrebbe salvati da un'Europa impantanata nelle fatiche della seconda guerra mondiale.
La piccola Malva non è citata nelle sue memorie né vi è un verso a lei dedicato. Ma il cinismo di Neruda è palpabile in “Canto a las madres de los milicianos muertos” dove finge un affetto che contrasta con l'abbandono che ha fatto provare a Maryka e a sua figlia.

Tua
20 marzo, 2023
Fonti: Mary Villalobos (Reppublica)
Hagar Peeter, scrittrice, storica
http://viaggiatiriignoranti.it
https://www.uchile.cl
Foto di portata: Casa de las flores, España.
Ripubblicato su
Dell’esistenza di Malva lo sapevo mentre invece non ho mai letto cosa le abbia fatto e neppure alla moglie. Grazie Frida per questa bella e chiarificatrice spiegazione aggiungo soltanto che non ho parole per il pietanze ho sempre letto molto volentieri, ho anche un libro di raccolte delle sue poesie. Buona serata cara ❤️
"Mi piace"Piace a 1 persona
E pensa che sono stata sintetica, esiste molta altra storia da raccontare sul suo percorso di vita come uomo… purtroppo non tanto bello. Ma nessuno è escluso, tutti abbiamo scheletri nell’armadio, alcuni lievi altri meno. Buonaseratta a te 🌷
"Mi piace"Piace a 1 persona
Grazie 😊
"Mi piace"Piace a 1 persona
🥰🌷
"Mi piace""Mi piace"
Grazie Frida, non sapevo niente di Malva, pensare che mi piacciono molto le poesie di Pablo Neruda e ha fatto tutto questo alla figlia e alla moglie.
Siamo responsabili di quello che facciamo e anche di quello che non facciamo. È davvero triste 💔
Un abbraccio Frida, buona giornata! 🥰🥀🥀🥀🌻🌺
"Mi piace"Piace a 1 persona
Difficile sradicare dalla memoria questo pezzo di vita d’un grande. Leggerlo si può fare sempre, forse con altri occhi… Un’abbraccio valy e grazie 🌷
"Mi piace"Piace a 1 persona
Sì naturalmente continuerò a leggerlo, ma con occhi diversi, come hai detto tu giustamente, Frida. Ti abbraccio, grazie a te! 🌷
"Mi piace"Piace a 1 persona