Il buongiorno si vede dal mattino, riferisce qualcuno. E sembra aderire alla idea anche il buon re Sole. Spero faccia compagnia in giornata di camminata tra mostra, vicoli e possibii gocce.
Mio figlio, alzatosi, con un’occhiata mi ha fulminato, poi rassegnato destò la testa. Si parte!!
Se me va de los dedos la caricia sin causa, me va de los dedos… En el viento, al pasar, la caricia que vaga sin destino ni objeto, la caricia perdida ¿quién la recogerá?
Pude amar esta noche con piedad infinita, pude amar al primero que acertara a llegar. Nadie llega. Están solos los floridos senderos. La caricia perdida, rodará… rodará…
Si en los ojos te besan esta noche, viajero, si estremece las ramas un dulce suspirar, si te oprime los dedos una mano pequeña que te toma y te deja, que te logra y se va.
Si no ves esa mano, ni esa boca que besa, si es el aire quien teje la ilusión de besar, oh, viajero, que tienes como el cielo los ojos, en el viento fundida, ¿me reconocerás?
Ebbene sì, non ho avuto l’agognato piacere aspettato con l’ansia di sentirmi stupita.
D’altronde, resta pur sempre lei, cerchio quasi perfetto, senza fine.
Questa volta sono stati altri occhi ad osservarla, ad esaminarla da chi guarda ma ben pensando altro, mentre le pupile fisse in quel bianco incandescente nel onnisciente buio, brucciava, creando contrasti.
Di una sola cosa sono certa, tornai quando bambina, sdraiata sul prato illuminato dal chiarore del disco bianco e fissavo le figure all’interno verso il grigiastro fino ad anneviare la mia vista.
Adesso, posso dire che non ha fatto lo stesso effetto, sarà che della bambina non c’è più traccia, oppure che i pensieri odierni sono tanti, che non mi consentono di sognare ad occhi aperti.
Buongiorno, lo si dice spesso al mattino, ma, non sempre lo è. Le rose in fior di svariati colori mi parlano di una buona giornata, mi scrutano, fisse alle loro radici, soltanto la brezza calda le fa danzare dolcemente. Aspetto con ansia il passare delle ore, finché il buio arrivi. Oggi con sé porta quella figura che brilla e acceca, coperta in lino bianco purissimo. La sua presenza, tranquilliza le fiere, mistico spirito avvolge, penso a lei. La tua luce scalda il mio cuore Sarà una giornata quasi perfetta.
Cortázar è stato un grande scrittore argentino nei generi del fantastico, del mistero e della metafisica. Stimato da Borges, spesso paragonato a Cechov o Edgar Allan Poe. Nasce il 26 agosto 1914 a Bruxelles, da genitori argentini.
I suoi racconti hanno la particolare caratteristica di non seguire sempre una linearità temporale; i suoi personaggi inoltre esprimono spesso un’analisi psicologica profonda.
Scrive il suo primo romanzo alla tenera età di nove anni. Il giovane Cortázar legge di nascosto le opere di Edgar Allan Poe e inizia a suonare il piano; aggiungerà più tardi lo studio della tromba e del sax, appassionandosi col tempo alla musica jazz.
Del web
Nel 1938 scrive “Presencia” prima raccolta di poesie, con lo pseudonimo di Julio Denis. Nei primi anni ’40 pubblica articoli critici e saggi su vari autori come Rimbaud o Keats.
Dopo qualche esperienza come traduttore, dal 1952 inizia a lavorare come traduttore indipendente per l’Unesco. Sposa Aurora Bernandez nel 1953; inizia poi a tradurre tutti i racconti e gran parte dei saggi di Edgar Allan Poe.
La sua vita passata tra Francia e Argentina trova frutti maturi nel suo capolavoro “Rayuela, il gioco del mondo“, antiromanzo (il titolo avrebbe originariamente dovuto essere “Mandala”) in cui l’esperienza parigina e argentina si affiancano in un puzzle in cui appaiono l’una l’esatto complementare dell’altra. Il libro è composto da oltre 300 paragrafi che devono essere letti nell’ordine specificato dall’autore all’inizio del romanzo, oppure in ordine di comparizione.
Questa scelta soggettiva laciata al lettore segna il punto di maggior originalità del romanzo. Al di là di questa caratteristica l’opera narra di momenti di vita quotidiana intrecciati e caratterizzati da un’analisi filosofica della vita.
Julio Cortázar si spegne a Parigi il 12 febbraio 1984.
E’ sepolto nel Cimitero di Montparnasse.
Tra le sue opere ricordiamo:
– Presenza (poesie, 1938) – I re (dramma sul tema del minotauro) (1949) – Bestiario (1951) – Le armi segrete (1959) – Historia de cronopios y de famas (1962) – Rayuela, il gioco del mondo (1963) – Il giro del giorno in ottanta mondi (1967) – Il persecutore (1967) – 62, modello per amare (1968) – Libro di Manuel (1973) – Ottaedro (1974) – Fantomas contro i vampiri multinazionali (fumetto, 1975) – Amiamo tanto Glenda (1980) – L’esame (romanzo pubblicato postumo nel 1986) – Divertimento (romanzo pubblicato postumo nel 1986)
Non c’è. Ti cerco e non ti trovo, le mie gambe sono deboli per solcarti. L’aria fresca ancora non sa a te, piuttosto un autunno che non vuol andare via.
Lo sguardo si perde nel nulla, gente cammina freneticamente, le macchine corrono; io no, non posso. Ferma sotto un albero di fronte al ospedale, non è un granché.
Se ti facesti viva almeno goderei della tua compagnia, invece no, non ne vuoi sapere, restia sei.