Punge la Pelle, di Frida la Loka

Poesia, (ITA-ESP)

Nell’attesa che punge la pelle
il tempo graffia, silenzioso e lento.

E io — muta — conto le spine,
per non contare le ore vuote.

Tengo tra le dita l’aria che lasci,
un sogno spezzato al confine delle labbra.

Cammino nella stanza,
come se il pavimento fosse fatto
della tua assenza palpabile.

Il silenzio pesa più di un addio,
quando non ha voce,
quando è solo un’ombra nell’oscurità.

Pincha la Piel, poema.

En la espera que pincha la piel
El tiempo araña, silencioso y lento.

Y yo —muda— cuento las espinas,
Para no contar las horas vacías.

Sostengo entre los dedos el aire que dejas,
Un sueño roto en el borde de los labios.

Camino por la habitación,
Como si el suelo estuviera hecho
De tu ausencia palpable.

El silencio pesa más que una despedida,
cuando no tiene voz,
Cuando es solo una sombra en la oscuridad.

Tua

25 giugno, 2025.

30 pensieri su “Punge la Pelle, di Frida la Loka

  1. Per caso mi sono imbattuto in questi versi che sono un taglio sottile e lasciano un’eco di vuoto e attesa insostenibile. Ogni verso trasuda un dolore muto, fatto di assenze che diventano presenza fisica, come camminare su un pavimento di nostalgia. Il silenzio qui è più straziante di un addio, un’ombra che graffia l’anima. Lei ha catturato l’essenza di un amore che ferisce senza sanguinare, lasciandomi con un groppo in gola e la pelle scossa, in questo mio difficile vissuto presente. Grazie.

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  2. Cara Frida quanto mi colpisce questa tua poesia. La vivo come un controcanto alla mia e già questo mi ha emozionato nel leggerla.

    Il tuo è un sussurro doloroso che si fa sentire forte. Il tempo, l’attesa e il silenzio sono entità fisiche che feriscono, graffiano, sono spine e diventano materia. La tua è un’intimità densa, l’immagine delle spine al posto delle ore, dell’aria che si trattiene come fosse materia, e di un pavimento “fatto della tua assenza” sono tutti versi che non mi lasciano indifferente e mi segnano.

    Posso citare un’autrice che mi piace? “Un addio silenzioso, ma carico di assenza, di dolore non esploso, di parole mai dette.”
    Rende bene l’idea e ora queste sue parole acquisiscono una profondità e un significato diverso, molto più intenso e condiviso.

    Sono logorroico, te l’ho detto, ma ora mi taccio, perché rileggo le tue parole, le sento e faccio mie, sorrido e ti auguro una buona giornata!

    (se non fosse chiaro ovviamente mi è piaciuta) 😉

    RiV

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    1. Se ti senti logorroico, sappi che non è affatto un problema. Immagina che siamo in un bel salotto letterario: se anche provassimo a organizzarne uno davvero, la frenesia quotidiana non ce lo permetterebbe. Quindi sentiti libero di esprimerti, perché non fai altro che rendere felice chi ti legge.
      Grazie ancora per il tuo prezioso commento, (ho come l’impressione che ti sia piaciuta 😉) buongiorno caro Riv 🙏🏼🌷

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      1. E’ a tutti gli effetti un “salotto” letterario il nostro, e va benissimo così!
        Capisco la tua gentilezza nel lasciare le mie briglie sciolte ma credimi, con uno come me la poetica dei silenzi avrebbe vita breve 😉 Ah! Tu non sai con quale demone stai girando a braccetto! Ahahha

        Grazie a te per le tue parole, un sorriso, RiV

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