Mi Cuaderno, di Frida la Loka

Poema, (ESP-ITA)

Te abro sin ceremonia, como quien se desviste
frente a alguien que ya conoce sus temblores.

Tus hojas, aún vírgenes,
tienen el tacto de una piel que espera
una tersura que invita a deslizar la punta del lápiz
como si fuera lengua, como si fuera confesión.

Tu lomo cruje apenas,
como si respiraras conmigo,
como si supieras que lo que está por escribirse
no se dice en voz alta,
pero necesita cuerpo,
necesita papel que lo sostenga sin romperse.

Hay días en que te lleno con furia,
con trazos que arañan,
con frases que sangran entre líneas torcidas.

Otros, te acaricio con palabras
que se deslizan suaves,
como dedos que exploran sin apuro,
dejando huellas que no quieren borrarse.

No eres el testigo, eres mi extensión.
Eres el lugar donde mis contradicciones se abrazan,
donde lo obsceno se vuelve elegante,
donde lo que no se puede decir
encuentra su forma exacta,
su ritmo, su sombra, su perfume.

Tu olor me embriaga,
mezcla de celulosa, tinta, y promesa.

Ese aroma que se queda en los dedos,
como si la escritura fuera también un acto físico,
una forma de tocar lo invisible.

No me corriges. No me interrumpes.
Me dejas ser, me dejas caer,
me dejas escribir,
lo que no me atrevo a pensar en voz alta.
Y cuando cierro tu tapa, no es un adiós.

Es un pacto silencioso: volveré cuando el cuerpo lo pida,
cuando el alma no se aguante más, cuando las palabras,
esas que nadie escucha,
necesiten volver a tener casa.

Il mio Quaderno, poesia.

Ti apro senza cerimonie, come chi si spoglia
davanti a qualcuno che già conosce i suoi tremori.

Le tue pagine, ancora vergini,
hanno il tatto di una pelle che attende
una morbidezza che invita a far scivolare la punta della matita come fosse lingua,
come fosse confessione.

Il tuo dorso scricchiola appena
come se respirassi con me,
come se sapessi che ciò che sta per essere scritto,
non si dice ad alta voce,
ma ha bisogno di corpo,
ha bisogno di carta che lo sostenga senza spezzarsi.

Ci sono giorni in cui ti riempio di furia,
con tratti che graffiano,
con frasi che sanguinano tra righe storte.

Altri, ti accarezzo con parole che scorrono leggere,
come dita che esplorano senza fretta,
lasciando impronte che non vogliono cancellarsi.

Non sei il testimone, sei la mia estensione.
Sei il luogo dove le mie contraddizioni si abbracciano,
dove l’osceno diventa elegante,
dove ciò che non si può dire trova la sua forma esatta,
il suo ritmo, la sua ombra, il suo profumo.

Il tuo odore mi inebria,
miscela di cellulosa, inchiostro e promessa.

Quell'aroma che resta sulle dita,
come se scrivere fosse anche un atto fisico,
un modo di toccare l’invisibile.

Non mi correggi.
Non mi interrompi.
Mi lasci essere, mi lasci cadere,
mi lasci scrivere ciò che non oso pensare ad alta voce.

E quando chiudo la tua copertina, non è un addio.

È un patto silenzioso: tornerò quando il corpo lo chiederà,
quando l’anima non ce la farà più, quando le parole, quelle che nessuno ascolta,
avranno bisogno di ritrovare casa.

Tua

29 ottobre,  2025.

29 pensieri su “Mi Cuaderno, di Frida la Loka

  1. Il quaderno si apre sempre quando ci spogliamo dei veli che coprono la nostra Essenza e lì svuotiamo l’ Anima e non ci saranno mai incongruenze ,ma ci siamo noi ,vere, a volte deboli, spesso toste, ma è la nostra sincerità che prevale e ci dà il coraggio di spogliarci di tutto .
    Senti il bisogno di scrivere quando la realtà diventa pesante e si fa pesare il senso di inadeguatezza e in quel quaderno che ci conosce bene cerchiamo conforto.
    Un rapporto che diventa viscerale e quando lo chiudiamo sappiamo che torneremo perché lì troviamo pace dal tormento,pace per quello che ci spezza quando la realtà diventa 🔥 fuoco , guerra,fame e ingiustizia. Molto toccante la tua poesia e ho scordato a scrivere che mai ci giudica anche quando quello che scriviamo non è quello che si può fare sapere e capire a tutti.🌷🌾😚🤗🤍🙋🏻👏🏻👏🏻👏🏻👏🏻

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  2. Una dichiarazione d’amore intensa e viscerale verso il gesto della scrittura e il suo contenitore: il quaderno. La chiusura mi è piaciuta molto perché racconta che lo scrivere non è un’abitudine, ma una necessità. Il quaderno diventa rifugio, casa delle parole che nessuno ascolta, luogo dove l’anima può ritrovarsi. Bellissima, complimenti Frida 🥀🥀🥀 Buona serata 💕

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  3. Il mio taccuino è campo di battaglia, guardavo quello postato in foto, con i ghirigori esatti che neanche col goniometro riuscirei a riprodurre, e pensavo ai miei pensieri sparpagliati, irrequieti, liberi di spargersi, sovrapporsi, accavallarsi, cancellarsi, mettersi di traverso, insinuarsi di nuovo tra righe e parole già scritte, un caos irreversibile che a distanza di un solo giorno può rivelarsi ostico alla mia stessa rilettura, eppure catino di emozioni private, ma che respirano ora, liberate dal giogo che le teneva imprigionate ..

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    1. Ti ho risposto, giusto?
      Mi dispiace davvero, ho perso per strada la risposta che ti avevo scritto questa mattina. Ero sommersa dalle scartoffie e, mentre salivo in ascensore, ho premuto “invia”… peccato che nel frattempo io stessi scendendo al -1. Buona serata.

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