Diario di bordo, Frida la Loka.

Global Sumud Flotilla: 2

Il mare era inquieto, come se sapesse che qualcosa di importante stava per accadere. Domenica 31, da Barcellona, una flotta di venti imbarcazioni ha preso il largo: uomini e donne da ogni angolo del pianeta, oltre trecento anime, unite da un’idea semplice e potente—portare speranza dove da troppo tempo regna l’assedio. Lo chiamano Sumud, che in arabo significa “resilienza”. Non è solo un nome, è un modo di stare al mondo.

La tempesta li ha costretti a tornare indietro, come se il cielo stesso volesse metterli alla prova. Ma  lunedì, quando il vento ha smesso di urlare, sono ripartiti. Nessuno ha rinunciato. Tra loro c’era anche Greta Thunberg, e tanti altri volti noti e meno noti, tutti con lo stesso sguardo: quello di chi ha deciso di non voltarsi dall’altra parte.

Nel frattempo, a Tunisi, le barche si preparano. È il secondo cuore pulsante di questa impresa. I moli sono pieni di scatoloni, reti, medicinali, viveri. I volontari si muovono come formiche, instancabili. La città osserva, partecipa, sostiene. Non c’è clamore, ma c’è dignità. La Tunisia, con la sua storia di resistenza e di contraddizioni, si fa porto di partenza per chi vuole rompere il silenzio che avvolge Gaza.

Il governo israeliano ha già fatto sapere che non gradisce. Ha parlato di “terroristi travestiti da pacifisti”, ha minacciato prigioni e sequestri. Ma chi è a bordo sa che la forza non è nei muscoli, né nelle armi. È nella scelta di non rispondere alla violenza con altra violenza. Ogni partecipante ha ricevuto formazione sulla nonviolenza. Sanno che potrebbero non arrivare, ma sanno anche che ogni miglio navigato è già una vittoria.

Il 4 settembre partiranno anche le barche dalla Grecia e dalla Sicilia. Cinquanta imbarcazioni in tutto, cinquecento persone. Un piccolo arcipelago umano che si muove verso una costa chiusa da troppo tempo. L’arrivo davanti a Gaza è previsto per metà settembre. Se il mare lo permette. Se la politica non lo impedisce.

Ma anche se non dovessero attraccare, il messaggio è già partito.

E tu, che stai leggendo, ne sei già parte.

Tua

2 settembre,  2025.

11 pensieri su “Diario di bordo, Frida la Loka.

        1. Vero!! E ne sono molto felice, soprattutto emozionata. Almeno serva a far capire ai politicanti di turno “del mondo” che la gente comune, è stufa, e stanca di tanta ipocrisia, e che prima o poi, anche a loro arriverà il conto, domani, oppure tra 10 anni.

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