Non pensarci, di Frida la Loka

Poesia, (ITA-ESP)

Tra i cipressi immobili, lontani;  
una terra rovente stringe le mie mani 
—qui scavo e ripeto il gesto
come se potessi svuotare la mente 
a ogni zolla sollevata.

Il profumo umido profondo della terra sale fino le narici
mischiati a ricordi
di giorni che non tornano.

Le cesoie sussurrano sull’erba
abbandonate, silenziose
testimoni mute 
di potature mai finite.

C’è un perimetro invisibile 
intorno a me
tracciato dal mio stesso scavare: oltre quella linea 
c’è un mondo che si sgretola
mentre io resto concentrata –qui, nel mio mondo, nella mia solitudine?

Protetta solo dal palpito ovattato 
che le mani imprimono alla terra.

Dietro i cespugli, 
il respiro trattenuto di chi soffre, si confonde col mio 
la solitudine è una voce 
che sussurra tra le foglie, 
mentre il sole filtra a stento 
tra le fronde che brillano.

Le mani affondano ancora 
si sporcano, si stancano 
ma non smettono —come se il lavoro potesse 
zittire la tempesta dentro
come se bastasse scavare 
per non pensare
per non sentire 
che il dolore resta
nascosto tra le radici 
insieme a tutto ciò 
che non so dire.

–meglio, non pensarci…

No pensarlo, poema

Entre los cipreses inmóviles, lejanos;  
una tierra ardiente aprieta mis manos 
—aquí cavo y repito el gesto 
como si pudiera vaciar la mente con cada terrón levantado.

El aroma húmedo y profundo de la tierra sube hasta mi olfato
mezclados con recuerdos
de días que no vuelven.

Las tijeras susurran sobre la hierba 
abandonadas, silenciosas
testigos mudos 
de podas nunca terminadas.

Hay un perímetro invisible 
a mi alrededor
trazado por mi mismo cavar: más allá de esa línea 
hay un mundo que se desmorona
mientras yo permanezco concentrada –aquí, en mi mundo, en mi soledad?

Protegida solo por el latido amortiguado 
que las manos imprimen en la tierra.

Detrás de los arbustos, 
la respiración contenida de quien sufre se confunde con la mía 
la soledad es una voz 
que susurra entre las hojas
mientras el sol apenas se filtra 
entre las frondas que brillan.

Las manos se hunden aún más
se ensucian, se cansan 
pero no se detienen —como si el trabajo pudiera 
silenciar la tormenta interna
como si bastara cavar 
para no pensar 
para no sentir 
que el dolor permanece
escondido entre las raíces 
junto con todo aquello 
que no sé decir.

–mejor, no pensarlo…

Tua

12 luglio, 2025.

27 pensieri su “Non pensarci, di Frida la Loka

  1. This poem deeply moved me.
    It reflects a soul trying to process pain by grounding themselves in the physical act of digging — as if each handful of earth might ease the heaviness in the heart.
    The cypress trees, the unfinished pruning, the invisible perimeter — they all seem like metaphors for boundaries we create around ourselves when we suffer silently.
    The lines about trying to silence the storm inside through repetitive labor really struck me.
    Sometimes, we bury ourselves in tasks just to avoid thinking, to stop feeling — but the pain remains, tangled deep in our roots.
    Your words are quiet, yet powerful. They speak to the universal human experience of grief, solitude, and the search for peace through the earth itself.
    Thank you for sharing something so raw and beautiful.

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    1. Se il dolore è un confine, allora le tue parole sono davvero un ponte, e l’ho sentito con ogni verso.
      Grazie per averlo costruito con tanta grazia, profondità e tenerezza.
      La tua espressione racchiude la forza del silenzio e il peso di tutto ciò che non è detto.

      Grazie infinite a te, Frida, per questo dono della poesia, per ricordarci che anche nella solitudine, siamo in qualche modo connessi.

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    2. Grazie di cuore! 🌿
      Il silenzio in mezzo al caos è casa per chi sente forte, per chi osserva più che parlare.
      Le tue parole risuonano come eco gentile: mi sento meno solo in questo cammino.
      Ben ritrovata,

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        1. Non sei l’unico, grazie delle tue parole. Buongiorno! Senti, sto pensando di venire da te presto per fare due chiacchiere e conoscere meglio la tua esperienza di farming. Ti va se ci sentiamo su WhatsApp per organizzarci?”

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        2. Oh, capisco… forse c’è stata una piccola incomprensione da entrambe le parti. Ma grazie per le tue gentili parole. 😊

          A proposito, verrò presto in Italia: alcuni miei parenti vivono lì.
          Dato che sei italiana, saresti disponibile a incontrarmi mentre sono lì?

          Solo se ti senti a tuo agio, ovviamente. Sarebbe davvero un piacere conoscerti di persona.

          Ti auguro una buona giornata! 🌸

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  2. Come un rituale di terra e silenzio scavato con le mani nude nell’intimità più profonda. Qui il dolore si scava e sussurra. E questo gesto di scavare si fa rito, tentativo di liberazione, ma anche atto di resistenza. C’è una disperata bellezza nella fatica descritta: come se la zolla sollevata non fosse solo terra, ma memoria, dolore, pensieri ingombranti. Ogni verso affonda, si sporca, come le mani protagoniste. E quelle mani… sono piene di grazia, di forza vulnerabile. Da Agronomo mi colpisce molto e la trovo bellissima.
    Grazie!
    RiV

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  3. I sentimenti emergono dalle profondità della terra, ma allo stesso tempo vivono sulla superficie della realtà. Credo che per trasformarmi, debba prima trasformarmi in mani e pensieri razionali, e poi, scavando più a fondo, lasciare il silenzio alle spalle e attraversare ciò che mi separa dalla vita vera. La tua poesia è intensa e stimolante, mi spinge a riflettere e ad andare avanti. Un abbraccio, cara Frida.🍀

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