Il libro che non doveva vedere la luce – di Frida la Loka. (IT-ESP)

Racconto

Molto tempo fa; parliamo d'un Natale di quando ero "nell'era preadolescenziale".
Il ventiquattro dicembre dopo cena, (è bene che sappiate che da quelle parti, i donni arrivano subito dopo che l'orologio segna mezzanotte tra il 24 e il 25, tutt'oggi), Babbo Natale si cala, mmm, non so di preciso di cosa, forse di qualche alberello in giardino oppure come un semi folletto intrufolato nello stesso albero di Natale visto che i camini nelle case di città son cosa assai rara, dato che da quelle parti wa Natale fa un caldo bestiale, e l'inverno è mite; in terre dove non nevica quasi mai e ci sono ben definite le quattro stagioni, delle quali, la più corta è proprio l'inverno, magari andando verso la campagna o zone rurali e ad alta quota, potrebbe trovarsi un po' di neve, lì fa decisamente freddo,(parliamo sempre d'inverno!).
Come sempre eravamo, (a Natale), una marea di bambini d'ogni età e la cena si faceva rigorosamente in casa dei nonni come di tradizione ogni anno, per decade.
Tornando al momento di scartare i regali, ognuno i propri; a me, capitò tra tanti, un libro; all'inizio ero alquanto perplessa perché mi sembrava un libro serio, già dal titolo, "EL TAMAÑO DE MI ESPERANZA"; incuteva la netta sensazione che fosse un libro che sarebbe stato gradito d'un adulto. Pensai- tutto sommato è sottile - ricordo ancora la sua copertina, molto bella e colorata e la sua leggerezza, perché in fin dei conti era "sottile"; (cioè abbordabile nella lettura)... in teoria!
A quell'età rinunciai dopo innumerevoli volte che cercai d'iniziare la sua lettura, evidentemente era complesso, (almeno per quell'età), finché non diventai adulta... e capì, (non con poca fatica), cosa avevo avuto tra le mie mani da piccola.

Chiunque abbia avuto e ancora prevalga il piacere della lettura e, almeno una volta abbia sentito nominare il cognome "Borges", non credo ci siano molti dubbi su di chi stiamo parlando.

Esiste una storia, poco raccontata, poco diffusa e/o probabilmente come tante altre storie, archiviate in qualche cassetto ammuffito di qualche scrivania nel mondo, tranne che ad Oxford.


Immagine e portata, personali di Frida la Loka.
Eccoci arrivati finalmente all'argomento interessante in tutta questa storia. Il libro, "El tamaño de mi esperanza", "La misura della mia speranza", versione del titolo in Italiano, (non me ne voglia, chi ha fatto questa traduzzione), ma umilmente ritengo che la parola misura non rappresenti a pieno il senso della parola "tamaño"; per chi conosce lo spagnolo e il libro, potrà capire perché, oserei sostituire "misura" con "grandezza". La parola misura, tradotta allo spagnolo, sarebbe, medida, anche se in questo caso non rappresenta a pieno quel che "tamaño" significa per lo scrittore. Borges con la parola tamaño, definisce, una unità di misura immensurabile.
El tamaño de mi esperanza; Jorge Luis Borges; Saggi; Edit. Proa 1926; Seix Barral prima edizione 1994; Argentina.
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Questo, è il secondo libro di saggi del geniale scrittore argentino, che tra l'altro non era molto sodisfatto di portarlo in stampa. La prima edizione (luglio 1926), con solo 500
esemplari, per non fare mai più una sua ristampa.

La sua vedova María Kodama, scrive all'inizio dell'opera un'interessante prefazione:
Scrivere la prefazione d'un libro di Borges sarebbe per me un compito inabbordabile per diversi motivi. Preferisco che questo sia una nota esplicativa per i lettori di Borges o per chi lo scoprirà attraverso questo libro, che vede la luce nel 1926, edizioni Proa, e al quale distrugge "per sempre" dell'opera.
Come il Gran Inquisitore, tramite un generoso scrutinio, Borges pensava di essere arrivato alla distruzione, e il "per sempre", (che, come il "mai") sapeva che non ne era concesso agli esseri umani.
Un pomeriggio del '71, dopo aver ricevuto il suo Doctorado Honoris Causa in Oxford, mentre parlavamo con un gruppo di ammiratori, qualcuno menzionò El tamaño de mi esperanza. Borges reagì subito, affermando che quel libro non esisteva e consigliò di non cercarlo ancora. Dopo cambiò argomento e mi disse che raccontara a quelle persone amiche qualcosa di più interessante; […] Tutto sembrava restasse lì, il giorno dopo uno studente lo chiama dicendo che il libro si trovava nella Bodleiana, che stesse calmo che il libro esisteva. Con un sorriso, mi disse:- che facciamo María, sono perso!
Tutti questi avatar cerchiarono di mistero e curiosità quest'opera della che abiurava e fecero che in ogni modo, nefaste fotocopie circolassero tra quelli convinti di appartenere al cerchio dei scelti.

Borges successivamente acconsentì, che parte del libro se traducesse in francese e venisse aggiunto alla Bibliothèque delle Pléiade, […] pensai che in qualche modo il divieto, già non era così importante per lui e che suoi lettori in lingua spagnola e soprattutto i suoi studiosi, meritavano conoscere e giudicare loro stessi che succedeva con l'opera.

A traverso l'indice il lettore, può accorgersi che i temi trattati sono li stessi che decanterà e luciderà lungo la sua vita, […],troviamo già qui, tutto quello che in un secondo momento ci presenterà, bensì con una variante: l'abbandono dei neologismi o di parole deliberatamente creole, di parole che cercava in un vocabolario di argentinismos di Lisandro Segovia (1911), […], credo che questo abbia svegliato quel rifiuto per El tamaño de mi esperanza.
[…]. Probabilmente il Grande Inquisitore, nel suo entusiasmo di cercare la perfezione ,fu ingiusto con quel libro della sua giovinezza. Credo che i lettori se rallegreranno sapere che l'opera esiste.

María Kodama
Ottobre, 1993

Questa edizione di Seix Barral, illustrata nella portata con la opera “Teatro Cívico” (1960) del gran pittore argentino Xul Solar (Oscar Agustín Alejandro Schulz Solari), amico personale di Borges, che ebbe il ruolo di disegnare i piccoli "draghi con delle bandiere"  che chiudeva ogni capitolo nella prima edizione.

ESP

Este libro es el segundo libro de ensayos del genial escritor argentino, y del cual no estaba nada feliz con haberlo editado. La primera edición data de julio de 1926 y sólo se lanzaron 500 ejemplares al mercado para nunca más ser re-editado. Su viuda María Kodama redacta, al principio de la obra, una sabrosa “inscripción” a manera de prólogo:

“Prologar un libro de Borges sería para mí una tarea inabordable por muchos motivos que no vienen al caso. Prefiero que esto sea sólo una nota explicativa para los lectores de Borges o para los que lo descubran a través de “El tamaño de mi esperanza”, que vio la luz en el año de 1926, editado por Proa, y al que desterró “para siempre” de su obra.
Como el Gran Inquisidor, a través de un donoso escrutinio, Borges creyó haber alcanzado su destrucción y el “para siempre” que (como el “jamás”) sabía que no les está permitido a los hombres.
Una tarde de 1971, después de recibir su Doctorado Honoris Causa en Oxford, mientras charlábamos con un grupo de admiradores, alguien habló de “El tamaño de mi esperanza”. Borges reaccionó enseguida, asegurándole que ese libro no existía, y le aconsejó que no lo buscara más. A continuación cambió de tema y me pidió que le contara a esa gente amiga algo más interesante; por ejemplo, nuestro viaje a Islandia. Todo pareció quedar ahí, pero al día siguiente un estudiante lo llamó por teléfono y le dijo que el libro estaba en la Bodleiana, que se quedara tranquilo porque existía. Borges, terminada la conversación, con una sonrisa me dijo: ¡Qué vamos a hacer, María, estoy perdido!
Todos estos avatares rodearon de misterio y de curiosidad a esta obra de la que abjuraba e hicieron que, de todos modos, circulara a través de nefastas fotocopias entre los que se creían integrantes de círculos de elegidos.”

Borges -posteriormente- estuvo de acuerdo en que partes de esta obra fuesen traducidas al francés para la colección de la Bibliothèque de la Pléiade, tomándose este acto como un gesto de que la prohibición ya no le era importante.

[Encontramos aquí veinte textos, siendo el decimocuarto “Acotaciones” subdividido en cinco pequeños textos. En el transcurso de la obra también se encuentra una redacción que quizá no se repita en las posteriores obras del autor: el uso del vocabulario y ortografía “criollista” (ciudá, seguridá, realidá, etc.). Kodama nos narra que estas palabras deliberadamente criollas fueron buscadas por Borges en un diccionario de argentinismos (debe ser el diccionario del Dr. Lisandro Segovia que data de 1911)]

María Kodama
Octubre de 1993

La presente edición de Seix Barral viene ilustrada en la portada con la obra “Teatro Cívico” (1960) del gran pintor argentino Xul Solar (Oscar Agustín Alejandro Schulz Solari), amigo personal de Borges, quien incluso diseñó los pequeños “dragoncitos embanderados” que cerraban cada capítulo en la primera edición, según nota del editor.

Fonti in spagnolo: http://maninga.blogspot.com
Libro personale di Frida la Loka:J. L. Borges
“Teatro Cívico”, Xul Solar,  (1960)
Immagine personale di Frida la Loka,Teatro Cívico, (1960), pittore argentino Xul Solar (Oscar Agustín Alejandro Schulz Solari).
Quella foto in alto è il libro che mi fu regalato allora; senza saperlo, avevo un piccolo gran tesoro tra le mie ignare mani. Tempo fa, quando arrivò il momento di partenza verso l'Italia, dovetti decidere cosa mettere nelle valigie, il pezzo di vissuto fino a quel momento e far pure spazio a ricordi, CD, e libri; uno di loro fu quello di Anne Frank e cosa fare di quelli che restavano e non c'era posto per tutti?. Non so cosa mi spinse a sceglierlo, ingiallito, pallido; non poteva restare la nostra relazione con un gesto incompiuto, lo afferrai, come l'ennesima sfida della mia vita, ero certa che un giorno sarei stata in grado d'affrontarlo.

Tua

29 settembre, 2023

Ripubblicato su http://alessandria.today

25 pensieri su “Il libro che non doveva vedere la luce – di Frida la Loka. (IT-ESP)

    1. Grazie del tuo apprezzamento, possiamo dire sicuramente che, già leggerlo in lingua madre, no è cosa facile, no saprei sinceramente le traduzioni in altre lingue. Era uno dei pochi che all’epoca, usava questi “modismos, argentinismos, parole proprio dell’entroterra, del gaucho e del tango arrabalero”. Son tutte parole che non sarei in grado di dirti in che modo abbiano tradotto. Ma se Oxford c’è l’ha fatta… allora….😉😉🌷

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    1. Molto probabile, non averlo letto, diversi motivi, la sus uscita data del 1926, con solo 500 esemplari, la prima edizione, della quale si pentì amaramente, era ancora tuttosommato ancora giovane, ma le idee erano già molto definite. Notte cara🤍🌷

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  1. Borges. Non c’è niente da dire, basta leggere, leggere e leggere la sua straordinaria opera e addentrarsi nella quotidianità della vita. come dice un buon amico “c’è sempre un Borges sullo scaffale”. e verità.
    PS: non ho trovato il libro che pensavo esistesse sulla nostalgia. Ricordo di aver partecipato a diversi incontri di letteratura e la parola era sempre presente. Credo di essermi confuso con un seminario tenuto qui a Porto Alegre intitolato “L’amore nella letteratura” e poi le conferenze sono state pubblicate.
    Per quanto riguarda la musica, è presente anche in diversi testi ma quello che mi è venuto in mente è stato un album di bossa nova, con João Gilberto, essenziale in tutti i sensi intitolato “Chega de saudade”.
    Ci scusiamo per il ritardo e per essere arrivato a mani vuote. un abbraccio fraterno.🌷

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    1. Non c’è motivo per cui scusarti. Comunque sarebbe statto interessante approffondire sulla parola e il suo significato. Grazie del video!!!
      P.S: mi potete confermare sé, nel post vedete le immagini? Sarebbe l ‘unico modo che ho, per sapere in che modo si visualizza, grazie mille 🙏🌷Saludos desde aquí.

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      1. Sì, le immagini sono nel post. Solo che non so se posizionato come vuoi.

        un esempio per capire come si possa usare la parola saudade anche con un altro significato: ci metti un po’ a postare. e quando lo faccio commento: “Sono felice che tu abbia postato, mi sono mancati i tuoi post”.

        abbraccio.

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