Non Tutto si Dice, di Frida la Loka

Poesia, (ITA-ESP)

Ti cade la luce  
sul lato che non parla.

L’altro,
quello in ombra,
dice di più.

Non cerchi. 
Non eviti. 
Stai.

Come chi ha già scelto 
di non spiegarsi.

Gli occhi,
non chiedono. 
Trattengono.

E io, 
che non so se guardarti 
o aspettarti, 
resto.

Nel punto esatto 
in cui non tutto si dice.

No Todo se Dice, poema.

Se te cae la luz  
sobre el lado que no habla.

El otro, 
el que está en sombra, 
dice más.

No buscas. 
No evitas. 
Estás.

Como quien ya ha elegido 
no explicarse.

Los ojos, 
no preguntan. 
Retienen.

Y yo, 
que no sé si mirarte 
o esperarte, 
me quedo.

En el punto exacto 
donde no todo se dice.

20 pensieri su “Non Tutto si Dice, di Frida la Loka

  1. Questa mi trascina nel lato oscuro della luce, la parte che non riesce a illuminare anche se illumina gli sguardi, i silenzi, i movimenti. E sento intensa la forza di un silenzio che a volte nasconde tanto o tutto, nasconde cose belle, ma ahimè anche un dolore che cresce lentamente e aleggia nell’aria. Una poesia bellissima.

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  2. Poesia “breve”, ma intensa. Ed è bellissima così, forse aggiungere ulteriori versi avrebbero effettivamente distratto il lettore dal significato profondo.

    Come sempre, non c’è un’interpretazione univoca ed è (anche) per questo che torno volentieri su questo blog. Per me, è questo il significato di arte. Emozione, interpretazione, sentimento. Non scienza. Non matematica.

    Lontani dalla luce, i lati oscuri esprimono sfumature della personalità, che non riescono a trovare posto negli scaffali ordinati della società odierna.

    Eppure, sotto al velo di silenzio, quella scintilla potente brilla e tenta di prosperare.

    Restare nel buio o tentare di conquistare la luce? È un perenne conflitto quotidiano, di matrice interiore.

    La risposta non è ne’ semplice, ne’unilaterale…

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  3. Gli occhi che “trattengono” sono pieni di storie non dette, di emozioni che non cercano parole. In questo gioco di luce ed ombre dove non solo il viso ma l’anima stessa diventa facce di una stessa moneta. E tu, voce narrante, poetessa, resti. Non per capire, ma per accogliere. In quel punto sospeso, dove il non detto è più vero del detto. E ne esce questa poesia che invita all’ascolto del silenzio, alla contemplazione dell’altro senza invaderlo. Un invito a restare, anche quando non tutto si dice.
    E anche io a questo punto resto in silenzio rileggendo questo tuo e pian piano scoprendo di te.
    RiV

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