En Otoño se Muere, di Frida la Loka

Poema, (ESP-ITA)

¿Y los cerezos en flor?  
¿Quién los recuerda?

Nadie me contó que de ilusiones no se vive.
—Yo lo creía.
¡Vivo! Ingrávida, etérea, como el aire de abril.

Un viento muy cansado trajina aún,
el peso del ímpetu quieto
se vuelve mensajero de la nostalgia de nombres,
historias y primaveras.

Camino despacio,
el suelo cruje bajo memorias olvidadas.

Las posibles albas se fracturan entre ruinas fértiles,
y mis ojos —que alguna vez soñaron besos tibios del sol—
hoy se funden con el canto triste
de árboles que se desnudan.

Mis bolsillos contienen el aliento del frío que se acerca.
Pero aún respiro,
y en ese gesto mínimo,
algo se resiste a desaparecer del todo.

Me siento en el banco del parque,
la madera fría se pega a mi espalda
como un calor ausente,
como un recuerdo que no quiere soltarme.

El viejo a mi lado habla sin mirarme,
su voz es apenas un hilo ronco
que se mezcla con el crujir de las hojas secas.

“En otoño se muere”
¿Sabías que hay estaciones que duelen más que otras?

Mientras las sombras crecen con un silencio estridente
y la tarde se apaga sin testigos.

Y aunque nadie ve,
yo estoy aquí,
sintiendo cómo el otoño me toca,

me desarma,
me promete que todo lo que cae,
alguna vez,
volverá a brotar.

D’Autunno si Muore, poesia.

E i ciliegi in fiore?  
Chi li ricorda davvero?

Nessuno mi aveva detto che non si vive di illusioni.
—Io ci credevo.
Vivo! Leggera, impalpabile, come l’aria d’aprile.

Un vento esausto ancora si aggira,
il peso dell’impeto immobile
diventa messaggero della nostalgia:
di nomi, di storie, di primavere.

Cammino piano,
il suolo scricchiola sotto memorie smarrite.

Le albe possibili si spezzano tra rovine fertili,
e i miei occhi —che un tempo sognarono il tepore di baci solari—
oggi si dissolvono nel canto mesto
degli alberi che si spogliano.

Nelle mie tasche, il respiro del freddo che avanza.
Ma respiro ancora,
e in quel gesto minimo
qualcosa si ostina a non svanire del tutto.

Mi siedo sulla panchina del parco,
il legno freddo aderisce alla mia schiena
come un calore perduto,
come un ricordo che non vuole lasciarmi andare.

Il vecchio accanto parla senza guardarmi,
la sua voce è un filo rauco
che si intreccia al fruscio delle foglie morte.

“D’autunno si muore”
Lo sapevi che ci sono stagioni che fanno più male di altre?

Intanto le ombre crescono in un silenzio assordante,
e il pomeriggio si spegne senza testimoni.

E anche se nessuno vede,
io sono qui,
sentendo l’autunno che mi sfiora,

mi disarma,
mi promette che tutto ciò che cade
un giorno
tornerà a germogliare.

Tua

12 ottobre, 2025.

19 pensieri su “En Otoño se Muere, di Frida la Loka

  1. Una presa di coscienza del ciclo della vita: versi vhe sembrano provenire da un’età adulta che ha superato le follie del periodo dell’adolescenza. Mi piace però leggere, dietro ad un filo di malinconia, la speranza velata che accompagna la danza delle parole. Ancora una volta una poesia molto bella; non solo negativa, non solo positiva. Mille sfaccettature, intrecciate alle sfumature dei colori autunnali, al profumo degli alberi e allo scricchiolare di una panchina. Metafora dell’esistenza e della riflessione poetica ed esistenziale.

    Complimenti sinceri.

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    1. Buongiorno Julius, sono lieta nel leggere queste parole. La stagione dei bilanci per me, è stato sempre l’autunno. La ciclicità del tutto–sempre a mio modo di vedere, periodo nel quale nulla si ferma ma rallenta il suo andare e quindi, momento più intimo, più riflessivo. Grazie ancora del tuo gradito commento. Serena giornata.

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